InPropriaMente: vi presento il mio blog

Il primo articolo su questo blog non può che essere una presentazione del blog stesso: i suoi perché, di cosa tratterò, in che modo lo tratterò e in cosa spero di riuscire a distinguermi. Iniziamo dalle basi, ovvero da dove nasce l’idea.

Quando nasce InPropriaMente

L’idea di questo blog nasce poco meno di un anno fa, ero in un periodo di grande frustrazione lavorativa. Perdonerete la brutalità (che a me piace tanto), ma mi trovavo in una situazione che era come una continua masturbazione che tale rimaneva, senza arrivare a nessuna conclusione.

Mi sentivo senza motivazione, nonostante anni di studio, continui approfondimenti ed esperienze, non sentivo mai di essere e fare abbastanza. Nel lavoro non mi sentivo libero di applicare quanto avevo appreso, mi sentivo incasellato in volontà altrui, senza sentirmi libero di sperimentare e provare. Il risultato di tutto ciò era un enorme senso di frustrazione.

Per mia natura non sono uno che sta fermo, devo trovare soluzioni e fare cose. Cambiare lavoro non era nei miei programmi (in quel momento) perché il ruolo che ricoprivo mi piaceva molto, però necessitavo di trovare altre vie per incanalare la mia frustrazione, per mettermi in gioco e fare cose nuove, cose che mi dessero entusiasmo.

Nasce così l’idea di questo blog, un esperimento che mi aiutasse a sporcarmi le mani, sperimentare e che fosse imperniato attorno alla mia passione per il raccontare e lo scrivere.

Perché “InPropriaMente”

Questo nome a me piace moltissimo, non c’ho dovuto ragionare chissà quanto per tirarlo fuori: ovviamente è frutto dell’unione di “improprio” e “mente”.

Partiamo dalla prima parola. “Impropriamente”, come riporta la Treccani, significa: “Non proprio, riferito soprattutto a parole, locuzioni adoperate in un senso o in un modo diverso da quello che hanno nel retto uso, che non esprimono quindi con proprietà il concetto”, che prosegue “non comune, inadatto, o inopportuno, sconveniente”. Questo richiama la necessità di mettere in discussione logiche dominanti e fornire punti di vista alternativi.

Per carattere sono schifosamente un bastian contrario, non amo mai le spiegazioni semplici, non amo mai fermarmi a quello che si vede. Il “proprio” mi annoia, amo rompere la regola. Qui si lega la trasformazione della prima parola.

“Impropriamente” viene modificato in “In-Propria-Mente” per sottolineare la necessità di focalizzarsi su uno studio approfondito di ogni argomento trattato, utilizzando appunto la mente e mettendo da parte la superficialità e il seguire pedissequamente tendenze in maniera acritica. Ma perché questa necessità di mettere in discussione e criticare?

La necessità di approfondire criticamente

La viralità, gli algoritmi, la velocità dei social media sembrano aver fatto perdere la profondità delle opinioni e annientato lo spirito critico. Il mondo però non si può guardare acriticamente. I fatti, gli avvenimenti, le persone vanno analizzati e studiati, non per quello che è evidente, ma per quanto c’è dietro.

Anche i giornali, con la crisi del modello di business dell’editoria, puntano a fare click facili spesso con notizie nemmeno verificate. I social media ci costringono a correre, ci sommergono di contenuti e attrarre l’attenzione dell’utente diventa sempre più difficile, di fronte allo stesso utente che si sofferma sui contenuti sempre meno. Questo cosa comporta?

Questo implica che tutti, sia le fonti emittenti delle informazioni sia i riceventi, siano portati a ridurre la profondità della narrazione da una parte, e l’approfondimento della notizia dall’altra. Siamo quindi di fronte a un impoverimento da questo punto di vista: basti pensare a quanto è facile trovare persone che commentano senza nemmeno aver letto un articolo o persone che pensano di avere una visione completa leggendo mezzo trafiletto.

Ecco, essere critici serve proprio a questo: non possiamo arrenderci a queste logiche, non possiamo fermarci al trafiletto, dobbiamo mettere la mente, approfondire e capire se è davvero come tutto appare o se dietro c’è dell’altro.

I valori di InPropriaMente

Per tenere sempre chiaro cos’è InPropriaMente, ho buttato giù quelli che sono e saranno i valori imprescindibili di questo blog. Ne ho scelti quattro.

  • Dubbio: le certezze sono fondamentali, ma il dubbio genera crescita e nuovi punti di vista. Se non avessimo dubbi, saremmo sicuramente portati a fermarci all’apparenza e questo non sarebbe funzionale. Il dubbio è quel motore che ci permette di approfondire e andare oltre.
  • Concretezza: la fuffa la lasciamo ai tuonanti guru, l’inconsistenza non porta da nessuna parte. Ho una certa allergia verso chi paventa grandi e infallibili verità girando intorno al nulla e vendendo fuffa, ecco questo blog vuole andare nella direzione opposta: parlare solo se si è informati e di cose reali e concrete.
  • Contaminazione: apertura mentale, ascolto attivo, visioni alternative sono la base di una crescita del pensiero. Se uno si ferma nel suo recinto vede solo il suo recinto, peccato che il mondo è molto più grande del recinto. Per cui è importante abbattere quel recinto, guardarsi intorno, e permettere alle idee e alle visioni altrui di contaminare il proprio recinto.
  • Spirito critico: fermarsi a ciò che si vede, a ciò che appare, non basta. Serve mettere in discussione. Questo punto direi che lo abbiamo sufficientemente approfondito in precedenza.

Non so cosa sarà InPropriaMente in futuro, chi ci scriverà, se funzionerà, se vi piacerà, ma nonostante tutto voglio che questi valori accompagnino questo blog qualunque cosa succeda.

Fabrizio Procopio: mi presento

Prima di concludere questo primo articolo mi faceva piacere presentarmi e spendere due parole su di me che sono la mente (e le mani) dietro questo blog. Sin da bambino ho sempre amato scrivere e raccontare, ho sempre amato discutere e confrontarmi. InPropriaMente è l’evoluzione di tutto ciò.

Ho sempre guardato con interesse a politica, economia e attualità. La Laurea Triennale in Economia Aziendale, seguita dalla Magistrale in Marketing & Ricerche di Mercato, mi ha dato gli strumenti per comprendere meglio cosa accade intorno e soprattutto il perché.

Nella vita sono un accanito lettore e ascoltatore di podcast. Ho sempre fatto teatro, che è una delle mie grandi passioni. Negli ultimi otto anni ho fatto improvvisazione teatrale, che ho lasciato per provare l’acrobatica aerea (finché non cado male). Nel futuro mi piacerebbe provare la strada della stand-up comedy.

Attualmente lavoro come Content Manager e Copywriter presso una società di consulenza per aziende della ristorazione. In passato sono stato Marketing & Communication Manager presso un’agenzia di Comunicazione Digitale, e Retail Marketing Specialist presso un player del settore drugstore che contava 360 punti vendita.

Dovessi descrivermi in poche parole: polemico, polemico, polemico.

3 commenti

  1. Ottima presentazione Fabrizio, ho capito la motivazione e la voglia di esprimersi dietro a questo primo articolo! Personalmente mi rivedo molto nel tuo modello, e spesso mi interrogo, quindi non posso fare altro che augurarti in bocca al lupo!

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