Non sono mai stato un fan dei supereroi, ammetto che quando ho provato a guardare i film della Marvel ho faticato a restare sveglio. Però io ho un supereroe nel cuore, proprio lui: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Oggi, il Presidente ha redarguito Elon Musk, ed è stato bellissimo. Ricostruiamo la vicenda.
I centri migranti in Albania
Tutta la questione nasce dal progetto del Governo Meloni di creare dei centri di detenzione per migranti in Albania. Chi arriva in Italia può essere portato in questi centri in terra albanese, se si verificano alcune condizioni: viene salvato dalla Guardia Costiera italiana, sono uomini e provengono da paesi sicuri. L’inghippo si crea proprio nella definizione di “paese sicuro”.
Il Governo, in ritardo, inaugura questi centri, incassa il plauso di Ursula Von Der Leyen e del Primo Ministro laburista inglese. Manda lì i primi migranti, ma il tribunale di Roma non ne convalida il trattenimento. La motivazione è, secondo la legge, che questi migranti non arriverebbero da paesi sicuri. Il Governo accusa i magistrati di essere politicizzati e vara di fretta e furia un decreto: in questo decreto viene rivista la lista dei paesi considerati sicuri dallo Stato italiano.
Arrivano altri migranti, vengono mandati in Albania, ma i magistrati non convalidano di nuovo il loro trattenimento e vengono rispediti in Italia. A dirimere la questione dovrà essere la Corte di Giustizia Europea.
Il tweet di Elon Musk e la risposta di Mattarella
Sotto un tweet che riporta la notizia della decisione dei giudici italiani, risponde l’uomo più ricco del mondo e scrive: “Questi giudici devono andarsene”. Già qui, leggendo queste parole, c’è da rabbrividire. L’uomo più ricco del mondo che commenta le decisioni della magistratura italiana, perché? Dopo poche ore arriva la luce: risponde il Presidente Sergio Mattarella.
“L’Italia è un grande Paese democratico e devo ribadire, con le parole adoperate in altra occasione, il 7 ottobre 2022, che sa badare a sé stessa nel rispetto della sua Costituzione. Chiunque, particolarmente se, come annunziato, in procinto di assumere un importante ruolo di governo in un Paese amico e alleato, deve rispettarne la sovranità e non può attribuirsi il compito di impartirle prescrizioni” è quello che ha dichiarato il Presidente.
Le democrazie contemporanee si basano su pesi e contrappesi delle varie forze che sorreggono lo Stato, e l’indipendenza della magistratura dal potere esecutivo è imprescindibile per uno Stato degno di tale nome. Poi possiamo discutere dei problemi del sistema giudiziario italiano, ma è altra cosa rispetto alla necessità di separazione tra potere esecutivo e giudiziario. Il Governo è eletto e risponde al gradimento del popolo, la magistratura no; sarebbe sacrilego se un giudice decidesse per volere popolare e per consenso. Il faro resta, come dice Sergio Mattarella, la Costituzione.
La gerarchia delle fonti del diritto
Per comprendere meglio la situazione è fondamentale comprendere un concetto del diritto. All’interno dell’ordinamento giuridico di uno Stato, non tutte le leggi hanno la stessa valenza: immaginate una piramide, in alto le leggi che prevalgono e in basso quelle che devono necessariamente seguire tutte quelle che le precedono nella piramide.
Nella parte più alta della gerarchia delle fonti troviamo i trattati internazionali, che vengono ratificati a patto che ci sia accordo con la Costituzione. Sono quei trattati a cui uno Stato aderisce, cedendo parte della sua sovranità. Vuol dire che accetta di essere vincolato da questi trattati cedendo potere decisionale. Nel caso dell’Italia, avendo aderito all’Unione Europea, che si regge appunto su trattati tra nazioni, dobbiamo sottostare alla normativa UE.
Tradotto in parole povere, quanto deciso a livello europeo vale più di quello che decide il legislatore italiano. Fatta questa premessa, arriviamo al punto. Una sentenza della Corte di Giustizia Europea ha indicato che un paese può ritenersi sicuro quando tutto il suo territorio è effettivamente sicuro. Ovvero, in nessuna parte di questo paese, per esempio, si verifichino persecuzioni verso le minoranze.
L’Italia ha messo nella lista dei paesi sicuri l’Egitto. Questo paese proprio sicuro e democratico non mi sembra; vogliamo ricordare il caso di Giulio Regeni? Patrick Zaky? Quindi, i magistrati non possono convalidare il fermo di migranti egiziani. Ma non per decisione propria, ma perché lo dice una sentenza della Corte Europea che è gerarchicamente superiore rispetto al decreto del Governo italiano. I giudici hanno, quindi, chiesto alla Corte UE di dirimere la questione, per comprendere quale norma applicare.
Ci sono i fatti e ci sono le opinioni
Il dissenso e la critica sono due pilastri fondamentali; condividere opinioni e confrontarsi è importante, figuriamoci nel dibattito politico. Ci sono però alcune cose che sono così come sono: possono essere commentate ma restano oggettive, e ogni commento che va in direzione contraria è una manipolazione della realtà.
Matteo Salvini e Giorgia Meloni manipolano la realtà per creare consenso, non ci piove. I giudici che non convalidano il fermo dei migranti in Albania non sono comunisti, non sono contro il Governo di destra: stanno semplicemente facendo il proprio lavoro, stanno applicando la gerarchia delle fonti e la legge.
La giudice Silvia Albano, oggetto di attacchi da parte di esponenti di destra, ha dichiarato: “Non abbiamo in tasca il libretto di Mao né il Capitale di Marx, ma la Costituzione”, il resto sono fake news e manipolazioni della realtà. Al Governo però, per il suo consenso, conviene individuare nella magistratura un nemico, qualcuno contro cui concentrare gli sforzi, qualcuno di più forte davanti a cui apparire vittime per guadagnare una manciata di voti.
Conclusioni
Questa vicenda è veramente triste e ci fa vedere come gli esponenti politici, pur di raccattare voti, siano disposti a raccontare una realtà che non esiste. Si impegnano a eludere e nascondere la verità pur di creare consenso. Ecco, anche da qui nascono le fake news: da persone potenti e in vista che millantano verità inesistenti e che le sfruttano per loro tornaconto.
In tutta questa amara scena, che ahinoi non è uno spettacolo su un palcoscenico, fortunatamente c’è Sergio Mattarella, che con garbo, educazione e istituzionalità mette in riga pavoni che pensano di potere tutto, solo perché hanno i soldi. Grazie, Presidente, lei è il mio supereroe preferito.