Luigi Mangione: l’assassino eroe e le distorsioni del capitalismo

Luigi Mangione è il presunto l’assassino di Brian Thompson, CEO di UnitedHealthcare. Fin qui nulla di sconcertante, se non il normale effetto che può fare leggere di un omicidio. Peccato che Luigi, in USA, pare essere diventato una sorta di eroe. Addirittura, qualcuno ha organizzato un raduno di suoi sosia. Uno penserà: “Eh ma sono i soliti americani”, però la questione è un po’ più profonda di così.

La vicenda di Luigi Mangione

Da giorni si cercava l’assassino di Brian Thompson, l’amministratore delegato dell’azienda di assicurazioni mediche UnitedHealthcare. L’omicidio è avvenuto in piena Manhattan, nel cuore di New York.

Durante le ricerche del presunto killer, Mangione è diventato una sorta di mito social, un eroe. Meme, post vari, addirittura un raduno di suoi sosia, ovazioni e apprezzamenti. Fa strano, dato che stiamo parlando di un omicida. A quanto pare, l’assassino, da quanto emerso, portava con sé una sorta di “manifesto” che spiegava il suo gesto.

Nel manifesto si menzionava la sua rabbia contro il settore delle assicurazioni sanitarie. Mangione, con buone probabilità, vedeva nella sua vittima un simbolo delle ingiustizie delle assicurazioni private.

Online si possono trovare diversi articoli sulle controverse azioni messe in campo dalla UnitedHealthcare per non pagare i propri assistiti. La Stampa, su Instagram, ha raccolto alcune testimonianze di assistiti da questa assicurazione: farmaci che arrivano il giorno dopo la morte dell’assistito, rifiuti di pagare cure per malati di tumore al cervello. Addirittura, un dipendente dell’azienda avrebbe affermato che la società smetteva di pagare gli anziani malati, sapendo che questi non avrebbero avuto né il tempo né le forze per opporsi.

Il capitalismo moderno

Per comprendere questa vicenda, è necessario fare un passo indietro. L’America è il paese in cui la Teoria Economica Neoclassica ha avuto più presa. Secondo questa visione, le variabili economiche sono sempre in perfetto equilibrio, per cui lo Stato non dovrebbe intervenire nell’economia, salvo per fornire quei servizi detti “indivisibili”, come ad esempio l’illuminazione pubblica o l’esercito: servizi per cui non si può definire la quota consumata da ogni singolo cittadino.

La crisi di questo modello è evidente con la Grande Depressione. Da quel momento, si è diffuso un sistema economico misto: aveva fallito il capitalismo puro, aveva fallito il comunismo, e la soluzione sembrava unire elementi di entrambi i sistemi economici. Ogni Stato, però, ha dosato diversamente gli elementi di questi due modelli.

Stati come l’Italia e la Germania hanno scelto un intervento più attivo dello Stato nell’economia, con sistemi scolastici pubblici o un sistema sanitario nazionale. Al contrario, gli Stati Uniti sono più sbilanciati verso il liberismo, con scuola e sanità prevalentemente privati.

Il sistema sanitario americano

Adottando un modello economico più liberista, gli USA sono l’unico Paese OCSE senza una forma di assicurazione sanitaria pubblica obbligatoria. Negli Stati Uniti, ognuno deve provvedere in autonomia alla propria salute, stipulando un’assicurazione privata. Il Governo Centrale si limita a definire i criteri di accesso a queste assicurazioni, perdendo il carattere universalistico del diritto alla salute.

In Italia, pur con i suoi difetti, abbiamo un Sistema Sanitario Nazionale accessibile a chiunque. Questo perché la nostra Costituzione riconosce il diritto alla salute come universale. Al contrario, negli USA la sanità privata porta a un sistema in cui solo chi può permetterselo può curarsi.

Un concetto fondamentale è questo: lo Stato non deve guadagnare dal servizio sanitario, mentre un’azienda privata è sul mercato per guadagnare. Ecco perché intorno a Thompson e alla sua azienda emergono le testimonianze pubblicate da La Stampa.

Si gioca tutto sull’etica: guadagnare è diverso da speculare. Offrire un servizio privato significa guadagnare, ma usare stratagemmi poco leciti per aumentare i profitti significa agire senza etica. Quando i guadagni si fanno sulla pelle dei malati, allora c’è un problema.

Se lo Stato non interviene, è lotta di classe

Quello di cui viene accusata la UnitedHealthcare, ovviamente da verificare, è un esempio di cosa succede quando il mercato è lasciato libero di operare senza controlli statali. Le aziende sono guidate solo dal guadagno, senza alcuna attenzione all’etica. Questo sistema capitalistico tende a polarizzare la società: da una parte i ricchi, dall’altra i poveri.

La storia ci ha dimostrato che sistemi alternativi al capitalismo non funzionano, ma lasciare il capitalismo senza controllo porta a una concentrazione delle risorse verso l’alto. Serve l’intervento dello Stato per redistribuire la ricchezza e riequilibrare il mercato.

Quando lo Stato non interviene, il risultato è una lotta di classe: chi ha i soldi può curarsi e garantire un futuro ai propri figli, mentre chi è povero resta bloccato in un ciclo che impedisce l’ascensione sociale.

Conclusioni

Non basta un articolo per spiegare il sistema capitalistico, il sistema sanitario americano e la lotta di classe. Tuttavia, questa vicenda ci invita a riflettere, al netto del fatto che un omicidio va sempre condannato: come può un presunto assassino diventare un eroe anticapitalista? La risposta è chiara: si chiama capitalismo senza controllo.

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